- "Non importa dove stia andando, perché io uccidero questo Gigante Femmina... Lo aprirò in due... E ti tirerò fuori da quello schifo."
- —Mikasa si prepara a soccorrere Eren
Gli Sconfitti è il 4° ed ultimo capitolo del 7° Volume, e il 30° capitolo in totale del manga Shingeki no Kyojin, scritto e illustrato da Hajime Isayama.
Breve Riassunto[]
Durante il tragitto per raggiungere Eren, Levi trova i resti dei suoi sottoposti morti dopo il combattimento contro il Gigante Femmina, contemplando le loro morti. Si ricongiunge con Mikasa, già intenta a combattere contro il Gigante Femmina responsabile del rapimento di Eren. I due elaborano un piano per recuperare il ragazzo, sfruttando l'ipotesi di Mikasa che il nemico non abbia ucciso Eren appositamente per catturarlo. Mentre la ragazza distrae il Gigante durante la sua fuga, Levi sfodera tutta la sua abilità, lacerandogli completamente il braccio destro con il dispositivo di manovra tridimensionale e recidendogli i tendini spalle, gambe, caviglie e polsi, rendendo il nemico inerme. Mikasa tenta di attaccarlo ma il Gigante sferra un colpo per difendersi. La ragazza viene salvata in estremis da un intervento del Capitano che blocca l'attacco e salva Eren dalle fauci del mostro. Levi ordina la ritirata e, mentre se ne vanno, nota Il Gigante Femmina piangere dopo la lotta.
Al ritorno al Distretto di Karanes, l'Armata Ricognitiva viene accolta male dagli abitanti del Distretto, che scherniscono i soldati per le numerose perdite subite e chiedono al Comandante Erwin il reale risultato della Spedizione. Al ritorno, Eren si risveglia, e piange angosciato per il fallimento della missione, mentre il Padre di Petra va a parlare con Levi, ignaro della morte della figlia.
Sommario[]
Sul tragitto per ricongiungersi con Eren, Levi trova i corpi mutilati dei membri della sua Squadra. Prima di ripartire, si sofferma ad osservare quello di Petra, con gli occhi scuri e pieni di dispiacere.
Mikasa insegue il Gigante Femmina senza un attimo di pausa, attaccandolo costantemente con il dispositivo di manovra tridimensionale e ferendolo alle gambe per arrestare la sua marcia. Quando la ragazza mira alla collottola, la Femmina indurisce la stessa rendendo inefficaci le lame del dispositivo, che si spezzano miseramente dopo l'attacco. Mikasa ricarica le lame e si prepara per un secondo assalto, avendo la sensazione che Eren sia ancora vivo, ma quando tenta di ripartire viene bloccata dal Capitano Levi, giunto tempestivamente sul posto, che la allontana per elaborare un piano d'attacco.
Il Capitano chiede a Mikasa il punto della situazione e la ragazza risponde che Eren dovrebbe essere ancora vivo, in quanto se il Gigante Femmina avesse voluto ucciderlo l'avrebbe già fatto al posto di tenerlo in bocca e portarselo via. Secondo la deduzione, il nemico starebbe provando a rapire Eren, e Mikasa incolpa Levi e la sua Squadra di non averlo protetto a dovere e di aver fallito la missione. Levi si ravvede per un secondo poi torna a studiare la situazione: abbattere la Femmina è impossibile per via della sua capacità di indurimento della pelle, il che rende possibile solo un attacco alle sue fauci. I due dovranno agire in fretta per impedire che il nemico raggiunga l'uscita della foresta, sperando ancora nel fatto che Eren si trovi nella sua bocca. Il Capitano ordina a Mikasa di attirare l'attenzione del Gigante Femmina, mentre lui recupererà il ragazzo.
Più avanti, Mikasa aggira il nemico, che si distrae per un momento. Levi lo attacca da dietro, ma il Gigante Femmina indurisce la pelle della sua collottola e sferra velocemente un pugno contro di lui. Il Capitano, con una velocità proverbiale, lo schiva e utilizza il dispositivo di manovra tridimensionale per risalire il braccio del Gigante lacerandone le carni e provocandogli numerose ferite. Risalito l'arto, Levi lo acceca con le lame e, non dandogli on attimo di respiro, scatta giù per la sua schiena, arrivando a tagliargli i tendini delle gambe facendolo cadere di conseguenza. Durante l'azione, Mikasa resta sbalordita dalle immense capacità combattive del Capitano, mentre lo osserva recidere i tendini dei polsi e delle braccia della Femmina, in modo da farle cadere e liberare la nuca. Presa dalla foga dell'imminente vittoria, Mikasa si lancia contro la nuca del mostro, ma appena lui sente il rampino del dispositivo conficcarsi nella sua pelle, alza un pugno d'istinto in direzione di Mikasa. La ragazza è in pericolo ma Levi si getta contro la mano del Gigante bloccandola con i piedi e ferendosi seriamente la caviglia. Durante l'appoggio, si da uno slancio che gli permette di farsi strada con il dispositivo tra le fauci del mostro, entrando e uscendo dalle rispettive guance. I due trovano conferma di quanto ipotizzato da Mikasa quando vedono Eren scendere lentamente dalla bocca del Gigante: il ragazzo viene prontamente recuperato dal Capitano, che ordina a Mikasa di lasciare perdere il nemico e di concentrarsi sul proseguo della missione piuttosto che concludere il combattimento rischiando ancora di più contro il mostro. Durante la fuga, Levi volge un ultimo sguardo al Gigante Femmina che, mortalmente ferito, resta accasciato ai piedi di un albero, piangendo.
Eren riprende conoscenza qualche ora dopo e si ritrova su di un carro trainato da un cavallo. Nelle vicinanze, Mikasa lo informa sull'esito della missione e sul suo completo fallimento, in quanto il Gigante Femmina ha abbattuto la maggior parte dei soldati della formazione e, nonostante gli sforzi, non sono riusciti a sconfiggerlo. L'Armata Ricognitiva torna al Distretto di Karanes, pesantemente criticata dai cittadini per la sconfitta e le perdite patite. Eren prova rancore per i cittadini che criticano i soldati ma piange vergognandosi quando vede due bambini che li acclamano come eroi, ricordandogli quando lo faceva lui anni prima al ritorno dell'Armata dalle spedizioni. Levi viene avvicinato dal Padre di Petra che, ignaro della notizia della morte della figlia, si rivolge al Capitano ringraziandolo per la sua protezione nei confronti della ragazza. Il Signor Ral dice di aver ricevuto una lettera dalla figlia in cui gli scrive che è felice di combattere nell'Armata e che dedicherà la sua intera vita al suo lavoro di soldato e al suo Capitano (facendo intuire Petra provasse dei sentimenti nei confronti di Levi). Mentre l'uomo continua a parlare, Levi guarda avanti con sguardo scuro e pieno di tristezza. La folla acclama il Comandante Erwin, chiedendogli a gran voce il risultato della Spedizione.
Dopo l'immense perdite subite, Erwin viene convocato a Mitras per discutere con il Governo Reale del suo fallimento, mentre Eren viene riconsegnato al Corpo di Gendarmeria.